Dott.ssa Ilaria Sabbatini
ARVO – Archivio Digitale del Volto Santo
Il 2014 ha visto la creazione di un nuovo strumento digitale ad uso degli storici, degli specialisti e dei cultori. Si tratta dell’Archivio Digitale del Volto Santo, che vede tra i propri partner la SISMEL (Società Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino, Firenze), l’Archivio di Stato di Lucca, l’Università di Siena (Centro di studi sugli ospedali storici), l’Università di Tours (Département d’Histoire et d’Archéologie), il Complesso Museale e Archeologico della Cattedrale di Lucca, l’ISIME (Istituto Storico Italiano per il Medioevo), l’Archivio Storico Diocesano di Lucca, la Biblioteca Statale di Lucca, l’Associazione Mons Gaudii, mentre altri enti e istituzioni culturali stanno per formalizzare la loro adesione. Il progetto intende avviare un recupero e una valorizzazione delle conoscenze sul Volto Santo a partire dalle fonti manoscritte e iconografiche, raccogliendo la vasta bibliografia su quello che fu e rimane un emblema della stessa identità lucchese. La leggenda e il culto del Volto Santo furono peraltro condivisi ben al di fuori della Città, tanto da porsi come un ponte culturale e spirituale tra Oriente e Occidente, un elemento di contatto tra genti diverse ma unite da una potente componente comune.
Anche seguendo le tracce della diffusione del culto del Volto Santo, si ritrovano le due anime dei lucchesi coesistenti in un raro equilibrio: l’orgoglioso senso di appartenenza a una comunità dalle grandi tradizioni e il valore della propria libertas insieme all’apertura verso il vasto mondo: spartiacque le Mura. Il Volto Santo infatti, oltre a parlarci della devozione della città di Lucca, che da secoli si esprime attraverso cerimonie religiose, ma anche feste e momenti di incontro, è anche un punto di riferimento per lo studio di quel fenomeno così importante che furono e continuano ad essere i pellegrinaggi a Gerusalemme ed in altri luoghi simbolo della cristianità. Lungo quel reticolo di strade che congiungeva Roma e Santiago di Compostela, Lucca occupava una posizione chiave ed anche per questa ragione il culto del simulacro lucchese assunse una grande rilevanza, molto al di sopra di una semplice pratica devozionale locale quale talvolta si tende a giudicarlo oggi.
Tenendo conto della via Francigena, o Romea a seconda della prospettiva, il progetto ha cercato la collaborazione delle Università di Siena e di Tours alla luce del fatto che in entrambi i casi si tratta di importanti snodi nel sistema di strade che metteva in comunicazione i grandi centri di culto del me- dioevo. Il Santa Maria della Scala di Siena fu infatti uno dei più antichi e grandi ospedali europei dove tutt’oggi spicca il bellissimo Pellegrinaio, riservato all’ospitalità dei viaggiatori, conosciuto per la pre- senza di uno dei più importanti cicli pittorici del Quattrocento senese. Anche la città di Tours, oltre ad essere il punto di partenza della via turonense per Santiago di Compostela, è collegata a Lucca tramite la figura di San Martino cui è dedicata la cattedrale che ospita. La celebre scultura del duomo di Lucca, la sua stessa intitolazione, sanciscono un legame che non è semplicemente evocativo ma esprime l’essenza di una relazione profonda, sul filo del tema della circolazione e dell’assistenza ai viandanti e ai pellegrini.
Il progetto ARVO si muove anche in questa direzione, ossia si propone di esplorare il fenomeno del pellegrinaggio in tutti i suoi elementi: la relazione tra le grandi vie di comunicazione, la diffusione dei culti, gli scambi culturali, il consolidarsi di un immaginario collettivo, fino all’influenza profonda sullo sviluppo architettonico dell’Occidente attraverso le imitazioni del Santo Sepolcro, ma anche la diffusione di reliquie, riti e santuari fortemente legati alla simbologia della Terra Santa. All’incrocio delle tematiche del Volto Santo e dei pellegrinaggi si pongono anche fatti e personaggi storici di primo piano, basti solo ricordare che Carlo Magno, passando per Lucca dove l’aveva condotto l’inseguimento di Ug- geri il Danese, compì le sue devozioni dinanzi al «santo Vou» nella chiesa di San Martino. Di tutti questi episodi ben presenti alla consapevolezza degli studiosi fino a qualche decennio fa, storie che arricchiva- no di gustosi aneddoti le dissertazioni degli eruditi degli ultimi due secoli, si è persa in gran parte la memoria. L’ambizione del progetto ARVO è quella di riallacciare tutti i fili che si dipanano dal potente emblema del Volto Santo e di porsi come uno strumento organico di conoscenza, fruibile per un pubblico non solo di specialisti.
Contra peregrinantes. L’avversione al viaggio e alla mobilità nella cultura cristiana pre-riformistica: le ragioni di una polemica (sec. XIII-XV).
La tematica contra peregrinantes, come del resto l’approvazione della pratica della peregrinatio, sono entrambe radicate saldamente nella tradizione biblica ancor prima che patristica. I modelli rispondenti a tale dicotomia si ritrovano nei personaggi di Abramo e di Caino. L’uno, il padre della fede, uscendo da Ur dei Caldei per raggiungere la terra che gli sarebbe stata indicata, assurge a esempio del perfetto credente. L’altro, disconosciuto e senza alcuna possibilità di fermarsi, viene allontanato dall’Eden per essere destinato a una erranza vana che è anche perdita di sé. I due personaggi, prototipi di modelli inconciliabili dell’andare, hanno percorsi inversi. L’uno proviene da un luogo terreno e si dirige verso una mèta che è figura di una promessa escatologica. L’altro esce dal luogo edenico per perdersi senza prospettive in mezzo alla terra degli uomini. E se Abramo viene chiamato ad uscire dalla sua terra con una benedizione, con una maledizione Caino viene esiliato sulla terra. Questo tensione opposta si manifesta non solo nei protagonisti delle vicende bibliche ma anche nei diversi atteggiamenti usati nei confronti di quella pratica devota.
Viatores. Studi e testi
La collana Viatores. Studi e testi di viaggi e pellegrinaggi, inaugurata dall’edizione critica del diario quattrocentesco del milanese Dinali, è mirata alla pubblicazione di studi e di inediti di letteratura odeporica secondo criteri ispirati al massimo rigore scientifico e filologico. Il progetto editoriale non vuole però trascurare un pubblico più ampio muovendosi nel senso di una fruibilità articolata a più livelli di ricezione. Per questo i volumi saranno sempre accompagnati da un apparato che esplichi le questioni inerenti sia il genere odeporico che la tematica del singolo studio. In questo senso l’edizione della Jerosolimitana peregrinatione del mercante milanese Bernardino Dinali è esemplificativa dell’approccio che si intende adottare. Da un lato la parte preliminare dello studio contestualizza il diario e offre le informazioni relative all’autore, al testo e al codice. Dall’altro l’edizione si occupa invece degli aspetti più prettamente codicologici e paleografici accompagnando il testo con un ricco apparato di note filologiche a chiusura.
Attualmente è in lavorazione il secondo volume della collana, l’edizione critica del Fior de Terra Sancta di fra’ Girolamo Castiglione, quattrocentesco rimaneggiamento del Libro d’Oltremare di Niccolò da Poggibonsi.
Comitato scientifico Viatores
Franco Cardini, Alessandro Bedini, Alessandro Della Latta, Isabella Gagliardi, Marina Montesano, Ilaria Sabbatini.
Risorse digitali per umanisti
Si tratta di un gruppo di condivisione dei saperi umanistici sul più grande social network mondiale attualmente in uso. Sfruttando le potenzialità di comunicazione del social network per condividere decine e decine di links relativi a siti di interesse per il lavoro di ricerca in ambiti che vanno dalle letterature classiche, alla storia, alle arti visive, alla storia.
Il gruppo, che raccoglie già studiosi e persone interessate alla condivisione dei saperi, si presenta con la seguente descrizione:
«In Italia siamo poco abituati ad utilizzare le risorse digitali in ambito umanistico sia che si tratti di studio, di ricerca o del puro piacere di leggere, di ascoltare o di vedere. Questo gruppo ha lo scopo di raccogliere e condividere le segnalazioni relative agli archivi di qualunque genere. Vi sono moltissime opere libere dai diritti d’autore reperibili online. Ogni aderente è quindi invitato non solo a fruire ma a contribuire alla crescita del “database” con i link che ritiene più interessanti. Quindi coraggio: vediamo se riusciamo a mettere insieme qualcosa di interessante condividendo quello che sappiamo».
Censimento dei testi di pellegrinaggio digitalizzati
(in lavorazione)
Introduzione ipertestuale alla paleografia latina medievale
«Codici e Copisti» è una propedeutica alla paleografia latina medievale in forma di ipertesto liberamente consultabile.
Il lavoro, corredato da esempi, schemi e disegni illustrativi, si articola in più sezioni: i materiali, gli strumenti, la copiatura, i caratteri, il libro, un piccolo vocabolario e inoltre una appendice bibliografica.
Fine dell’esperimento è l’illustrazione, in maniera chiara e comprensibile, dei diversi aspetti della produzione scrittoria con particolare attenzione al periodo medievale.
Si tratta di un approccio didattico in cui sono volutamente evitati gli aspetti più complessi della produzione grafica, allo scopo di rendere il lavoro appetibile anche ad un pubblico non specializzato ma interessato alle questioni inerenti il medioevo letterario.
Questo breve corso di paleografia in foma di ipertesto ha avuto riscontri dalla rivista «Spolia. Journal of medieval studies» dell’Università di Roma e dal sito del Polo Informatico Medievistico dell’Università di Firenze.Dal 2009, rivista e integrata. la monografia «Codici e Copisti» gode del patrocinio dell’Istituto Storico Lucchese.
L’Oriente nei diari dei pellegrini d’Occidente:
fonti fiorentine del tardo medioevo.
Progetto di ricerca per dottorato SUM:
La letteratura di pellegrinaggio, pur avendo una matrice fondamentalmente religiosa, non si esaurisce nell’ambito esclusivamente cultuale ma rappresenta uno strumento di grande interesse per quanto riguarda l’approccio a molti aspetti della società e del pensiero medievale.
I diari dei pellegrini gerosolimitani, distribuiti in un arco cronologico che copre tutto il medioevo dalla tarda antichità alla prima età moderna, assumono nel tempo caratteristiche e approcci differenziati.
L’aspetto che rende tali fonti così peculiari è la capacità di restituire storicamente gli stili di pensiero e gli atteggiamenti culturali dell’Occidente nei confronti del mondo del Vicino Oriente.
Il fenomeno del pellegrinaggio gerosolimitano, nato nel IV secolo e destinato a perdurare fino ai nostri giorni, subisce nel corso del medioevo sostanziali modificazioni di contenuto e di forma ma continua nondimeno a costituire un punto di vista privilegiato per osservare due civiltà a confronto.
Il presente progetto è mirato a definire con chiarezza gli elementi della percezione e della rappresentazione occidentale nei confronti mondo arabo.
Ho scelto lo strumento dei diari di pellegrinaggio perché è un terreno dove si fa particolarmente evidente la frizione tra gli stimoli suscitati dal confronto con l’alterità e la resistenza di un retroterra culturale generalmente sospettoso e conservativo.
L’indagine sarà svolta sul corpus fiorentino di testi odeporico–religiosi ed è in questa scelta che consiste la peculiarità del progetto.
Per quanto esistano nel panorama italiano eccellenti lavori sul pellegrinaggio nessuno ha sviluppato uno studio sistematico sullo specifico aspetto della percezione e della rappresentazione dell’alterità, elemento così pregno di conseguenze per la storia del pensiero occidentale.
Lo studio che propongo vuole giungere ad una valutazione complessiva, non più per singoli testimoni, del significato storico di quell’incontro privilegiato di civiltà e culture che si realizzò tramite il pellegrinaggio.