Marie Dentière (1495-1561), una donna protagonista della Riforma
di Isabelle Graesslé
Nel 2002, in occasione dei festeggiamenti per la riforma protestante del sedicesimo secolo, per la prima volta è stato inciso sul Muro della Riforma di Ginevra il nome di una donna. L’iscrizione non si trova sulla facciata principale del monumento, bensì su uno dei contrafforti laterali: è lì che ora si può leggere il nome di Marie Dentière.
Per molti secoli la reputazione di Marie Dentière non è stata delle migliori. La ricerca storica più recente ne ha tuttavia rivelato un profilo diverso da quello finora conosciuto. L’immagine di questa donna, a lungo discreditata perché ritenuta un’esaltata, appare in una luce nuova. Marie Dentière è oggi descritta come un personaggio per certi versi atipico nel quadro del nascente movimento di riforma della chiesa: una delle prime intellettuali della riforma protestante, una storica, pedagoga e teologa di valore.
L’iscrizione del suo nome sul Muro della Riforma costituisce il meritato riconoscimento tributato dal 21. secolo a una donna che si è dedicata alla causa della Riforma pagando un prezzo molto alto: condannata al silenzio, da viva, ricordata a lungo con disprezzo, da morta.
Cenni biografici
Nata nel 1495, Marie Dentière è originaria delle Fiandre. Vive dapprima a Tournai, poi entra nel convento agostiniano dell’abazia Saint-Nicolas-des-Près e diventa priora. Intorno al 1520 aderisce al luteranesimo e lascia il convento. Si trasferisce a Strasburgo e sposa Simon Robert, un ex prete ed eminente ebraista. Da lui ha due figlie. Nel 1528 la coppia si trasferisce a Bex, poi ad Aigle, dove Simon Robert è predicatore evangelico. Poco dopo la sua morte, avvenuta nel 1532, Marie Dentière sposa Antoine Froment, di 14 anni più giovane di lei. Froment è compaesano di Guillaume Farel, uno dei primi Riformatori, attivo in particolare a Neuchâtel. Froment, predicatore a Yvonand, segue Farel nei suoi viaggi di evangelizzazione. Nel 1535 la coppia si trasferisce a Ginevra. Marie Dentière dà alla luce una terza figlia, Judith.
Opere e primi contrasti
Nel 1536 pubblica, in forma anonima, La Guerre et Deslivrance de la ville de Genesve (“Guerra e liberazione della città di Ginevra”). Dal testo traspaiono il suo solido bagaglio intellettuale e teologico e le sue conoscenze della Bibbia e del diritto canonico.
Quando Calvino rientra a Ginevra, i suoi rapporti con i Froment si guastano. È Farel a soffiare sul fuoco quando, in una lettera a Calvino del 4 febbraio 1538, scrive: “Froment manca di sensibilità e attenzione nei confronti della chiesa; lo sai, agisce soprattutto in base al volere di sua moglie. Si potrebbe quasi dire che lei lo manipoli”.
Il 6 febbraio 1540 Farel rincara la dose. Scrive a Calvino, in esilio a Strasburgo: “Il nostro Froment, a causa di sua moglie, è il primo ad avere capitolato”.
Una lettera a Margherita di Navarra
In questo periodo, caratterizzato anche dalla stretta amicizia con la regina Margherita di Navarra, Marie Dentière scrive, nel 1539, L’Épître très utile (“Epistola molto utile”).
Ritenuta scandalosa a motivo dei suoi accenni femministi in contrasto con lo spirito dell’epoca (sostiene che uomini e donne hanno le stesse capacità e gli stessi diritti per quanto riguarda la lettura e l’interpretazione della Bibbia), l’opera viene confiscata e il suo stampatore, Jean Girad, finisce in carcere.
Nel 1540 Froment diventa pastore a Massongy, nello Chablais. Marie e Antoine aprono, nella loro nuova casa, una pensione per giovani donne. Le ragazze che vi alloggiano, così come le tre figlie di Marie Dentière, beneficiano di un’educazione molto accurata, che comprende anche lezioni di greco ed ebraico. Prima della sua morte nel 1561, Marie Dentière pubblica – con la firma M.D. – una prefazione (in realtà si tratta di un piccolo trattato di teologia) alla predica di Calvino sull’abbigliamento delle donne.
Dalle tenebre alla luce
Marie Dentière si è chinata con sensibilità ed intelligenza sui quesiti religiosi del suo tempo. Il 25 agosto 1536, presso il convento delle Clarisse di Jussy, dove si è recata per convincere le suore ad aderire alla Riforma, formula una bellissima professione di fede: “Per molto tempo sono stata avvolta nel buio dell’ipocrisia, l’unico Dio mi ha tuttavia permesso di prendere coscienza della mia condizione e di raggiungere la luce della verità”. Marie ha vissuto e interpretato la propria vita, trascorsa in parte nella Ginevra rimodellata dalla Riforma, alla luce di quella straordinaria scoperta. (Isabelle Graesslé, direttrice Museo internazionale della Riforma, Ginevra; trad. it. Amanda Pfändler / Paolo Tognina)
Bibliografia:
Doris Brodbeck (a cura di), Dem Schweigen entronnen. Religiöse Zeugnisse von Frauen des 16. bis 19. Jahrhunderts, Religion und Kultur Verlag, 2006, pp. 304-312
Isabelle Graesslé, Vie et légendes de Marie Dentière, Bulletin du CPE 55/1 (2003), pp. 3-22, con una scelta di testi di Marie Dentière
Irena Backus, Marie Dentière: un cas de féminisme théologique à l’époque de la Réforme, Bull. de la Soc. d’Hist. du Protest. Franç., 137, 1991, pp.177-195