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Il mestiere di pensare

 

sifalog3La filosofia, oggi, ha un problema: non si riesce più a comunicare il lavoro filosofico di qualità a un pubblico colto ma estraneo alla filosofia come disciplina accademica. Questo lavoro, sostiene Diego Marconi (Il mestiere di pensare, Einaudi 2014), è oggi condotto attraverso pubblicazioni iper-specialistiche, dallo stile perlopiù inaccessibile, che presuppone una conoscenza del dibattito sui temi trattati e, spesso, alcune competenze tecniche. I classici della filosofia, invece, sono opere fruibili, per quanto dense e impegnative, da “un laureato in qualsiasi disciplina” (7). L’autore sostiene che la svolta specialistica pone problemi seri alla filosofia, perché: 1) la priva di legittimizzazione in quanto pratica sociale – come, aggiungo io, testimonia il recente dibattito sull’insegnamento della filosofia nella scuola; 2) i filosofi rischiano di perdere di vista il senso del proprio lavoro; 3) la specializzazione ostacola la comunicazione fra i filosofi e gli esperti di altre discipline. Questa non è pero una strada senza via d’uscita: Marconi menziona alcuni buoni lavori di comunicazione della filosofia contemporanea rivolti al pubblico colto dei non-specialisti e di divulgazione filosofica per un pubblico ancora più ampio, auspicando la proliferazione di questo tipo di letteratura.

Come siamo arrivati sin qui? Nel 1880 in Italia c’erano quarantasette professori universitari di filosofia e oggi ce ne sono circa mille. Con l’aumento del numero di filosofi è aumentato quello delle pubblicazioni filosofiche e ciò ha avuto un ruolo decisivo, secondo Marconi, nell’orientare la filosofia verso lo specialismo e nel trasformare l’immagine del filosofo, da quella di “architetto di cattedrali” a quella di “artigiano competente” (19). L’autore distingue tre forme di specialismo nella filosofia contemporanea: 1) lo “storicismo intrinseco” (cfr. Glock 2008), secondo cui i concetti filosofici hanno natura storica e possono essere colti solo alla luce della loro storia; 2) l’ermeneutica, che consiste nella “presentazione del modo in cui il concetto di X è venuto a svolgere il ruolo che ha nella nostra cultura” (21); 3) la filosofia analitica, tradizione entro la quale si colloca lo stesso Marconi e che concepisce la ricerca filosofica come volta alla risoluzione di problemi filosofici, considerati nella loro formulazione attuale, con attenzione al contesto delle scienze naturali e della matematica, attraverso l’elaborazione di argomenti la cui qualità deve essere vagliata dalla comunità dei filosofi analitici.

C’è però della filosofia che gode di ottima salute presso il pubblico ampio in Italia. Da un lato, Marconi osserva, c’è quella che non è propriamente filosofia: i “filosofi mediatici” sono filosofi di professione invitati il più delle volte a dire la propria su temi non filosofici attraverso i grandi mezzi di comunicazione. Dall’altro lato ci sono i cosiddetti “filosofi continentali” (per es. Deleuze, Foucault, Derrida, Habermas), capaci di parlare al pubblico colto in Europa continentale, perché ne condividono le radici culturali (per es. Platone, Hegel, Dostoevskij) e perché sanno stimolarlo intellettualmente accennando a “grandi abissi” del pensiero.

Marconi si occupa poi di ulteriori problemi di comunicazione della filosofia, dovuti alle divergenze di orientamento tra filosofi di diversi indirizzi e in particolare tra analitici e “tradizionalisti”, ossia studiosi dediti a studiare la tradizione filosofica, interpretando i grandi filosofi, più ancora che dedicandosi alla storia della filosofia in senso stretto (cfr. Glock 2008). L’autore rileva che ci sono alcune critiche legittime all’accentuato specialismo della filosofia analitica, come quella che nota come gli analitici rischiano talvolta di precludersi “la strada della saggezza” (97) focalizzandosi su questioni di dettaglio, e quella, indirizzata dagli storici a tutti i filosofi teorici, secondo cui questi ultimi sono spesso poco sensibili alle alternative teoriche disponibili a chi abbia una buona conoscenza della storia della filosofia.


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