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Il Palio di Siena e il Cristo di Chagall

di Ilaria Sabbatini

Pubblicato su Vino nuovo | 14 luglio 2010

Tutte le volte che c’è una polemica su temi a me cari, come mio uso consolidato, invece di mettermi a inveire o a dar battaglia io studio. Sì, studio. Leggo, mi documento, cerco di capire, riprendo in mano gli appunti e rifletto. Poi, quando sono sufficientemente sicura che il mio pensiero è sensato e può essere supportato da una letteratura scientifica allora – e solo allora – scrivo. Ma non scrivo per convincere qualcuno, cosa che mi interessa relativamente poco. Scrivo perché non sopporto la strumentalizzazione, perché non tollero l’arroganza, perché ho un’idiosincrasia verso chi rivendica l’argomento delle radici per sostenere tesi di parte.

Ida Magli, di cui ho letto e apprezzato i saggi di antropologia, ha recentemente scritto un articolo sul drappellone del palio di Siena sostenendo che infanga la nostra civiltà il fatto che il San Giorgio sia stato dipinto da un musulmano, il pittore libanese Ali Hassoun. Anche se facilmente intuivo le discrepanze tra il suo e il mio pensiero ho apprezzato il suo saggio sul ruolo della penitenza nel medioevo, tanto che lo ricomprerei anche adesso, perché so riconoscere i meriti scientifici a prescindere dalle opinioni politiche. Ma sul drappellone si è sbagliata: rispetto all’approccio storico ha prevalso una lettura politica di parte.

Anzitutto sarebbe interessante sapere da dove viene l’idea della Magli che la kefiah sia il simbolo di «un’altra religione». Sarebbe comodo imbastire facili ironie ma siccome la reputo una donna intelligente e colta mi risulta veramente difficile pensare a un banale strafalcione. Sarebbe come dire che il berretto da baseball è il simbolo dei luterani americani. O che la coppola identifica i cristiani siciliani. Ma tralasciando questo appunto, bastava che verificasse la figura di San Giorgio per capire che Giorgio è un santo orientale, nato in Cappadocia la cui tomba risiede a Lidda, a quel tempo facente parte della Palestina. Bastava una modesta ricerca per scoprire che il santo e la sua sepoltura sono venerati anche dai musulmani, com’è riportato da numerosi diari di pellegrinaggio e da svariati testi enciclopedici. Quelli che per i cristiani sono santi a volte per i musulmani sono profeti e il culto dei profeti non solo è ammesso ma anche incoraggiato nell’islam. Per la cronaca, a chi venissero dei dubbi sulla cronologia, Giorgio non fu martirizzato dai musulmani benché morto a Lidda. Essendo deceduto nel 303 d.C. (all’incirca) ha anticipato di almeno tre secoli l’età di Maometto. Se fu martirizzato lo fu dall’occidentalissimo imperatore Diocleziano.

E se, come fa l’articolo della Magli, si chiama in causa l’esempio di Gesù sarebbe bene ricordare che Gesù non fu affatto cristiano nel senso in cui oggi viene intesa questa accezione, se non altro perché il cristianesimo è la fede nella persona storica di Gesù stesso. Gesù fu giudeo di nascita e di religione ebraica. Se volessimo averne un’immagine storica attendibile non potremmo certo immaginarlo biondo e dall’occhio ceruleo. Anzi non è improbabile che oltre ad avere tratti somatici mediorientali indossasse perfino la kefiah. Del resto si dovrebbe considerare che quel capo d’abbigliamento non è esclusivo degli arabi neppure in Palestina-Israele e che perfino il papa – il capo di quei cattolici di cui l’articolo lamenta l’offesa – ha indossato una kefiah.

Se San Giorgio si colloca tra III e IV secolo, essendo vissuto (in parte) e morto a Lidda in Palestina (la Giudea assunse il nome di Syria Palaestina dal 135 d.C.) dov’è lo scandalo della kefiah?

reims-19Se un musulmano raffigura un santo cristiano deve per forza crederci? Chagall era ebreo e ho visto ben poche cose così belle e ispirate come le vetrate della cattedrale di Reims. Chi si sognerebbe di censurarle perché l’autore è un ebreo?

Questa è la vetrata che raffigura Gesù in croce:  qualcuno trova che infanghi la nostra civiltà perché chi l’ha raffigurato non lo credeva figlio di Dio? Io lo ritengo invece un gesto commovente e profondo, a prescindere dal fatto che ci si creda o meno. Preferirei mille volte una semplice riproduzione del Cristo ebreo di Chagall piuttosto che i crocifissi in serie smerciati dagli immancabili punti vendita di tanti santuari. Sì, un ebreo che raffigura il Cristo anche se non ci crede mi commuove. Dev’essere qualcosa che ha a che fare col fatto che amo tenere la mezuzah sulla soglia di casa pur non essendo ebrea e il Corano sulla mia scrivania anche se non sono musulmana. Dunque perché dovrei sentirmi offesa dal drappellone di San Giorgio dipinto da un musulmano? La bellezza è sempre nell’occhio di chi guarda e questo caso non fa eccezione.

 

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